Nonostante le informazioni sulla vita di Marcello I sono molto incerte e lacunose, il suo pontificato è ben attestato dalle fonti antiche. Di lui si sottolinea l’approccio nel dopo-persecuzione, verso i cosiddetti “lapsi” (“caduti” o “scivolati”) ossia quei cristiani che per paura avevano rinnegato la propria fede. Mentre in luoghi come l’Africa questi ultimi venivano esclusi per sempre dalla Chiesa, Papa Marcello I si dimostrava comprensivo e caritatevole, accogliendoli nonostante la macchia di cui si erano sporcati, ma a condizione che svolgessero prima un periodo di penitenza. A tal proposito si cita l’elogio di Marcello I dettato da papa Damaso I (366-384): «Manifestò ai lapsi l’obbligo di espiare il loro delitto con lacrime di penitenza: da quei miserabili fu considerato come un terribile nemico… Per il delitto di uno, che anche durante la pace rinnegò Cristo, Marcello è stato deportato, vittima della crudeltà di un tiranno».
Secondo il Martirologio Romano, il Papa fu perseguitato e costretto a fare lo stalliere nelle scuderie della posta imperiale, mentre secondo il “Liber pontificalis” fu mandato in esilio. Ma queste narrazioni non sono considerate attendibili.
Oggi la Chiesa lo commemora il 16 gennaio.
Il Battistero Paleocristiano di San Giovanni in Fonte era anticamente situato all’interno del borgo Marcellianum, suburbio dalla Civita di Cosilinum (l’odierna Padula), così definito proprio in onore di Papa Marcello I.